
Il Rottweiler beneficiò della spinta decisiva quando gli esperti dell’esercito tedesco si interessarono della specie canina. Così, al pari del Pastore Tedesco, del Boxer e del Dobermann, venne richiesto per contribuire agli intensi preparativi di guerra. A partire dal 1912, il rude cane macellaio di Rottweil, fu oggetto di una selezione per fini quasi esclusivamente militari.
Questo cane rimarrà a lungo poco conosciuto al di fuori del suo paese d’origine. Non giungerà negli Stati Uniti che nel 1930 e, 5 anni dopo, l’American Kennel Club, lo giudicherà abbastanza radicato da riconoscerlo ufficialmente. In Gran Bretagna il riconoscimento ufficiale si ebbe solo nel 1966, nonostante i primi esemplari fossero stati presentati alla grande esposizione di Cruft fin dal 1936. La Francia avrà una reazione ancora più lenta, dato che il Libro delle origini francese, iscrivera il primo soggetto nel 1970.
Il Rottweiler in Italia è entrato per la prima volta nel 1938, grazie a Paolo Serni di Genova, che acquistò una coppia dall’allevamento tedesco “von Hacker Brucke”. L’allevamento italiano però, ebbe inizio nel 1950, grazie a due veterinari comaschi, Armando Sala e Gustavo Colombo, che importarono due soggetti dalla Svizzera e iniziarono ad allevare sotto l’affisso di “Rotargus”.
Dalla metà degli anni 70 la successione del Rottweiler diventa consistente e importante, grazie anche ai signori Conti, proprietari dell’allevamento “Riva Petrosa”, che produssero campioni di alto livello, come Jessica che si qualificò come miglior soggetto della razza, all’esposizione mondiale di Verona nel 1980. L’esempio fu seguito da altri allevatori, come Marco Scardassa (allevamento dello Scorpione), e Quario Rondo (allevamento di Quario Rondo), che hanno dato un grande impulso alla razza.